Sadiq Khan, sindaco di Londra prima di tutto

Raphael Teixeira, tradotto da Giulia Alfieri
9 Septembre 2016



A più di due mesi dalla sua elezione, Sadiq Khan, il nuovo sindaco di Londra, attira ancora l’attenzione della stampa straniera. La sua religione è stata al centro della discussione nei dibattiti politici che lo vedevano avversario del candidato conservatore Zac Goldsmith. Di conseguenza i media hanno dedicato intere pagine alla vittoria del laburista… o, più correttamente, alla sua religione.


L’allora deputato Sadiq Khan, il 27 settembre 2009. Fonte Steve Punter
L’allora deputato Sadiq Khan, il 27 settembre 2009. Fonte Steve Punter
“Non sono un leader musulmano”, afferma il nuovo sindaco, come se dovesse giustificare la sua vittoria. Sadiq Khan è abituato alle critiche. Una parte dell’opposizione politica britannica lo ha attaccato per la sua fede, accusandolo di essere un simpatizzante dei gruppi islamisti. Il percorso del candidato laburista verso l’elezione è stato tumultuoso, caratterizzato da tanti sostenitori della comunità londinese (ha ottenuto circa il 57% dei consensi) ma anche da persone che lo identificano come un elemento destabilizzante e gli rivolgono accuse maligne.

I dibattiti invece di essere costruttivi sembravano ampiamente orientati verso la fede religiosa del candidato laburista. O per lo meno, è quanto sembra emergere dalle informazioni diffuse.

DALL’INFORMAZIONE POLITICA A QUELLA MEDIATICA

È inevitabile constatare che il profilo atipico del nuovo sindaco è diventato l’argomento preferito dei media. I giornali sono ben presto passati dallo scrivere il “prossimo sindaco di Londra” al “sindaco musulmano di Londra”. Molti media hanno dato rilievo all’identità religiosa di Sadiq Khan e hanno attribuito la vittoria alla sua appartenenza culturale. Mentre la stampa britannica verteva sui programmi politici dei candidati, i media stranieri analizzavano la vittoria di Khan nell’ottica del simbolismo politico. I giornalisti francesi hanno parlato spesso di cambiamento storico per sottolineare la particolarità del candidato su più fronti – soprattutto l’ambiente culturale “non convenzionale” o il suo percorso insolito.

La stampa internazionale non ha offerto soltanto un’analisi esclusivamente religiosa del sindaco. Vari articoli francesi hanno messo in evidenza l’itinerario burrascoso di un modello di meritocrazia. Altri hanno scelto di parlare del suo programma politico e dell’importante sfida che si trova ad affrontare Londra riguardo agli alloggi. Infine, c’è chi ha scelto di scrivere della sua identità di convinto sostenitore del partito e della possibile frattura tra i laburisti. Di sicuro non si può dire che il primo sindaco musulmano di una capitale occidentale non abbia fatto scorrere fiumi di inchiostro. Se la sua religione è stata immediatamente fonte d’infatuazione mediatica, la stampa ha saputo anche dipingere le altre sfaccettature di Sadiq Khan.

SADIQ KHAN, L’UOMO DEL POPOLO

Vale la pena ripercorrere brevemente il percorso atipico di questo personaggio. Figlio di un autista di autobus (originario del Pakistan), deputato per il collegio di Tooting – quartiere popolare di Londra – avvocato per i diritti umani, incarna il modello della scalata sociale. Sadiq Khan ha colpito le persone e ha saputo riunire la cosmopolita società londinese. “Unità” piuttosto che “divisione” è diventato il motto del pensiero politico del nuovo sindaco.

Pilastro della strategia elettorale, la comunicazione politica della squadra laburista a sostegno di Sadiq Khan si è rivelata ben condotta ed efficace. Per la campagna elettorale sono state ampiamente sfruttate non solo le origini sociali ma anche quelle religiose del candidato. Di fronte al conservatore Zac Goldsmith, uscito dalle scuole più prestigiose, il self-made man ha ispirato un sentimento di ammirazione per la sua determinazione e il suo impegno. Sadiq Khan ha saputo trarre profitto dalle sue origini per mettere avanti il suo percorso così lodevole. Volendo impiegare una strategia politica identitaria, il sindaco di Londra si è volontariamente impegnato in una manovra politica proficua sicuramente, ma anche pericolosa.

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